venerdì 23 maggio 2014

Recensione: Outcast di Alina Bronsky

Outcast
Alina Bronsky

Editore: Narratori Corbaccio
Pagine: 288
Prezzo: € 16,40

Juliana ha 15 anni e vive in una società rigidamente strutturata dove i Normali controllano tutto e si tengono rigorosamente lontano da coloro che si comportano in modo anticonvenzionale. Juliana frequenta il liceo, abita in un quartiere ordinatissimo e segue tutte le regole della Normalità. Suo padre, esempio di omologazione e sua madre, una pittrice per hobby e più originale, sono separati. All’improvviso la madre scompare, la casa è sottosopra e piena di polizia e il padre sembra stranamente tranquillo. Cosa succede? E perché Julie sente suo padre definire sua madre una fata, uno degli essere più temuti e disprezzati dalla società dei Normali? In una corsa contro il tempo Julie dovrà confrontarsi con una realtà ben diversa da quella in cui è cresciuta. Dove le cose e le persone non sono bianche o nere e dove la diversità, l’originalità sono fonti di ricchezza e non cose da combattere. Ma è pericoloso là fuori, violento e pieno di sorprese. Julie ritroverà sua madre? E troverà se stessa?

Alina Bronsky, in Outcast, ci lascia entrare nel mondo e nella storia di Juliana, una quindicenne tranquilla, educata, una figlia perfetta insomma, che scopre da un giorna all'altro di aver vissuto in una campana di vetro costruita dai genitori, dai nonni. Sì, perchè Julie ha sempre creduto che ogni persona vivesse la propria vita come fa lei: in una villetta col giardino tosato a modo, la divisa da studentessa, il bracciale con su scritto i propri dati, che funge anche da bancomat per pagare ciò che compra. Insomma, la Normalità. I suoi genitori sono separati e questa settimana è il turno di sua madre quando lei torna a casa e, anzichè trovarla come al solito davanti ad un quadro che sta dipingendo, tutto è sottosopra e di lei non vi è nessuna traccia. Quando la polizia eliminerà le prove rimettendo tutto in ordine, quando il padre sembra nascondere tante cose, quando la nonna fingerà che nulla sia accaduto, Julie uscirà da quella campana di vetro e farà amicizia con Ksenia, una ragazza che di normale non ha proprio niente. Rasata a zero e con un serpente tatuato sul capo, vive da sola col fratello, cracca i computer e guida un motorino. Insieme faranno luce su quella parola che i Normali odiano tanto, reputandola come l'offesa più ripugnante del mondo, la parola Fata. E quando Julie scoprirà che sua madre è una Fata, le crolla decisamente il mondo addosso. Ma è sua madre e vuole trovarla, al diavolo ciò che pensa la gente.
Appena ho comprato questo romanzo ho come avuto la sensazione di doverlo leggere nell'immediato, non facendolo attendere più di un pomeriggio sul mio comodino, nonostante gli arretrati. La cover non so, inizialmente quando la notavo nelle anteprime mi ha fatto sempre storcere un pò il naso e invece adesso mi piace, più la guardo e più cambio idea insomma. Sarà stato quello sguardo deciso ma che a me mette tanta tristezza. Boh, ho l'impressione che Julie voglia tanto essere forte ma sia così fragile da potersi spezzare come fosse un bacchetto. All'inizio, sono sincera, il libro ha ingranato molto bene. La protagonista è determinata, soprattutto quando deciderà di scoprire la vita vera e non quella che il padre e i nonni le hanno inculcato nella testa sin da quando era piccola. La cosa che più mi è rimasta impressa è sicuramente la società in cui il romanzo si svolge, che per me rimane e rimarrà sempre un argomento attuale. L'autrice è stata molto accurata nel miscelare la distopia col genere fantasy. Insomma l'importante è essere normalima cos'è la normalità? Nel mondo creato dalla Bronsky i normali sono persone come tante, che studiano, lavorano, sono ben educati e vivono la loro vita evitando di farsi gli affari degli altri. I Freak invece sono persone tatuate, con piercing, che vivono da sole, possono essere rasate, coi capelli colorati e un taglio dannatamente strano. Nel libro infatti i Freak sono "cattivi esempi, cattive persone", fanno uso di alcool e stupefacenti e non daranno mai un senso alle loro vite, non studiano e nessuno di questi potrà avere una carriera dignitosa. Parliamoci chiaro, nell'epoca in cui viviamo stiamo riuscendo pian piano ad andare oltre i limiti, ma c'è sempre chi guarda con ribrezzo chi ha i capelli tinti, chi si veste sempre in nero, chi è tatuato fino al collo, ragazzi mezzi rasati con i dreads/rasta da un lato... Magari le signore si stringono la borsetta a sè, della serie "questo è un ladro di sicuro!". E fin qui parliamo di stile, di estetica, di come si appare a chi ci guarda e non di quello che si ha dentro. Insomma se domani io avessi voglia di tingermi i capelli di rosa significa che sono drogata? Se mi vesto sempre in nero vuol dire che non ho aspirazioni, che non potrò mai diventare un medico o un avvocato? Ok, credo di aver aperto un dibattito che non avrebbe fine...  Ksu infatti all'apparenza è tutto tranne che normale, un personaggio tosto che si lascia scivolare addosso i pareri della gente. Il susseguirsi degli eventi sono narrati in maniera impeccabile e mi è piaciuta molto l'idea di poter viaggiare attraverso i dipinti, percependo quella sensazione di stordimento e immaginandomi poi in un'altra realtà.
Al contrario della prima parte del romanzo, la seconda non mi ha coinvolta come speravo. Non so, certe cose mi sembravano avessero bisogno di essere più approfondite e non ho trovato risposte a molte domande o dubbi che mi erano sorti. Mi è sembrato quasi tirato via e, nonostante io andassi avanti per trovare un colpo di scena, mi ritrovavo annoiata a leggere ciò che già immaginavo o ciò che già avevo letto all'inizio, la solita solfa delle Fate, del padre che nonostante la separazione era distrutto e affranto, della nonna che sembrava felice adesso che la madre era sparita, di quest'ultimi che facevano di tutto e di più per evitare che le due ragazze uscissero di nuovo insieme, del perchè mamma te ne sei andata? sono arrabbiata con te ... La fine non è una vera fine e infatti ho scoperto che Outcast è il primo libro di una trilogia e, sinceramente, sarei curiosa di proseguire questa serie. Voglio ritrovare una Juliana ribelle, con due palle così e i capelli blu. Voglio ritrovare una ragazza rasata e scoprire il suo passato. Voglio ritrovare sua madre e chiederle tante spiegazioni. Ma l'erba VOGLIO non cresce nemmeno nel giardino del re quindi spero proprio che l'autrice si metta una mano sul cuore e mi regali un romanzo dove io possa stringere la mano di Julie, e possa avvertire il vento che mi schiaffeggia il viso mentre corriamo dentro un dipinto, lì dove c'è quella casa nel bosco, dove la porta è sempre aperta e dentro ci sarà sempre qualcuno che ci attende.

L'Autrice


Alina Bronsky è nata nel 1978 in Russia ed è cresciuta in Germania. 
Dopo aver interrotto gli studi di medicina, lavora come copywriter e redattrice. Attualmente vive a Francoforte e telefona quasi ogni giorno ai genitori in Siberia. Il suo debutto letterario è La vendetta di Sasha.












Cosa ne pensate? Voi conoscevate Outcast?
Lo avete letto o ne avete sentito parlare?
Rientrava nelle vostre wishlist?

un abbraccio,
claudina.

16 commenti:

  1. Mmmm sapevo dell'uscita di questo libro ma non mi ha mai ispirato e nemmeno ora :/ non so, la cover la trovo davvero orrenda, la ragazza ha gli occhi enormi, si vede che hanno fatto qualche manipolazione. Comunque a parte la cover anche la trama non mi ispira D: e 3 cupcake non mi bastano per incuriosirmi almeno un po'.

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    1. Pensa che io ero elettrizzata dalla trama!! Non so, mi ha un pò delusa perchè inizialmente era partito col piede giusto ma poi è peggiorato... Se proprio non ti ispira lascia stare sennò potresti iniziare le prime pagine solo per farti un'idea, non so....

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  2. Una bellissima recensione, non c'è che dire: ha vertiginosamente fatto salire il mio livello di curiosità nei confronti di questo libro! *___* Mmm... a giudicare da quanto leggo, ho come l'impressione che l'autrice sia riuscita, con le sue pagine, a sfiorare tutti i tasti giusti e a trattare bene di argomenti moooolto delicati... salvo poi rendersi conto, in corso d'opera, d'aver cominciato a trattare dei temi abbastanza "incandescente" da rischiare di scottarsi le dita... confidiamo nei sequel, dunque, se ce ne saranno! ;D

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    1. Sì ecco io questi "argomenti" li ho rivisitati e immaginati nel mondo di oggi quindi sono riuscita a trovare delle somiglianze, poi capisco che è un genere distopico-fantasy quindi non vero ma insomma, a me piace scavare nelle cose e relazionare il mondo che leggo al mondo che vivo. Sì, confido nel sequel!

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  3. Non lo conoscevo ma mi hai incuriosita! :)
    Proverò a dargli una possibilità! Considerato che è una saga se leggo il primo alla fine li leggo tutti XD
    La cover però non mi piace D:

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    1. Ciao Lè! Anche a me la cover prima mi faceva ribrezzo ma adesso no, boh, è come se adesso conoscessi Julie e dico "mi fissa perchè...." va beh sono strambissima lo so :) Io invece spesso e volentieri ho il brutto vizio di lasciare le saghe a metà e non chiedermi il perchè dato che non lo so nemmeno io :P

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  4. Io l'avevo adocchiato prima ancora che uscisse ^^ tre non è proprio il massimo ma nemmeno da libro da buttar via, no? :P

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    1. No no, non è da buttar via però mi aspettavo qualcosa in più ecco! C'è anche chi l'ha votato 5 su 5 quindi se deciderai di leggerlo spero di piaccia Francy :)

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  5. Acquistato in pre-order! Devo ancora leggerlo, ma sono molto curiosa!
    Buon weekend! xoxo

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    1. Ehi!!! Beh allora spero tanto che a te piaccia più di quanto è piaciuto a me ;) Buona lettura...

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  6. io sono ancora indecisa al riguardo >.< aspetto qualche altra recensione! :3

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    1. Eh sì Fede, se non sei sicura aspetta a prenderlo.

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  7. La cover mi ha sempre inquietato un po' ma la trama non mi dispiaceva... mah vedremo per adesso cmq ho molti libri in ballo e la accantono come lettura ^^

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  8. La copertina mi ha sempre inquietata e la trama mi dà l'impressione di essere la brutta copia di Shadowhunters, e io da fan sfegatata della serie non me la sento di leggerlo T.T

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    1. Ahahahahah ma io mica volevo tradire Shadowhunters eh! Soprattutto la Clare! Non sono così cattiva. Comunque no, secondo me non assomiglia alla saga di Cassandra Clare. Il fatto dei "Freak" mi ha ricordato un pò gli esclusi in Divergent o gli estranei in Il trono di spade ma niente a che vedere con gli Shadowhunters, tranquilla *^*

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